giovedì 7 marzo 2013

Tricotin mon amour





La parola francese  “tricotin” indica una lavorazione a maglia tubolare che si fa con un attrezzo provvisto di piccoli denti: la caterinette (caterinetta in italiano).  La parola Caterinetta nasce molto probabilmente come vezzeggiativo di Caterina che è la protettrice delle sarte, e  per questo in passato le giovani sartine si chiamavano affettuosamente “caterinette”.

L’introduzione fa capire l’argomento?…i tubolari!!

Amati e odiati
Amati perché scatenano la fantasia in milioni di creazioni, odiati perché, soprattutto se piccini, sono complessi e lunghi, almeno per una principiante come me..
Con il tricotin invece l’operazione è semplice e veloce, e i risultati sono “puliti” e immediatamente utilizzabili
Ci sono 4 aghi che “catturano” il filo (di lana fine o di cotone grosso) e lo lavorano, il tubolare esce dall’apposito foro dell’apparecchietto e la tensione è garantita da un peso che si lega al filo in lavorazione
(Nota bene: attenzione!!! Il pesetto pesa davvero, il mio piede nudo ne è testimone!)
E' una "scorciatoia" in qualche modo, ma talmente simpatica che non credo inorridiranno nemmeno le più fedeli a ferri e uncinetto
Poca spesa, poca fatica, e…via alla fantasia!


Qui le mie prime creazioni…quale miglior "battesimo" di blog per me?












3 commenti:

  1. Benvenuta!
    E che bella questa cosa! Devo cimentarmici anch'io!!! :D

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  2. Benvenuta Monica! :)
    Io ho la versione piccola e manuale della "caterinetta", me l'ero comprata l'anno scorso perchè ne sentivo parlare un sacco e mi incuriosiva... ma poi non ho mai provato ad usarla, dovrò rimediare!
    ps: beelle le tue creazionei ;)

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  3. Ma ciao cara! Che bel post d'inizio :D

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